Fosse imhoff, aspetti tecnologici e dimensionali

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Le fosse imhoff sono uno dei trattamenti utilizzati negli impianti di depurazione, siano essi civili o meno. Difatti tale sistema di trattamento delle acque trova largo uso da decenni in molti ambiti grazie a caratteristiche di semplicità e di efficienza.

La vasca di tipo Imhoff difatti viene usata principalmente per il trattamento dei reflui provenienti da attività civili e porta il nome del suo inventore, ovvero Karl Imhoff. Questo ingegnere tedesco intuì, già ai primi del 1900, la importanza di depurare e trattare le acque provenienti dagli insediamenti civili.

Partendo dalla classica vasca settica – o fossa biologica –  (da non confondere con i pozzi neri da cui differiscono poiché questi ultimi sono dotati solamente di entrata e non di uscita), Imhoff sviluppo un nuovo modello di vasca dotata di due comparti con specifiche di trattamento diverse. Il primo vano detto di sedimentazione permette di avere un trattamento primario dei liquami in ingresso, mentre il vano successivo, posto nella parte inferiore della vasca, viene definito vano di digestione (dei fanghi)

A livello tecnico le acque reflue entrano tramite una idonea tubazione nel primo vano, ove incontrano un idoneo paraschiume che divide le acque e ferma gli agenti schiumosi presenti nel refluo. Le acque si trovano quindi nel citato comparto di sedimentazione, dove in un ambiente di calma sono costrette a separarsi. Grazie a principi fisici, le particelle maggiormente grossolane e pesanti sono costrette a cadere verso il comparto inferiore tramite una idonea fessura. Tale fessura opportunamente dimensionata permette di far arrivare il materiale nel comparto di digestione. Le acque passano verso il condotto di scarico posto dalla parte opposta della vasca opportunamente ripulite e chiarificate. Attraverso un secondo paraschiume esse vengono finalmente convogliate allo scarico.

Il comparto di digestione, come dice il nome stesso, permette di digerire le particelle grossolane e sedimentabili. In questo vano i batteri anaerobici naturalmente presenti, provvedono a digerire ed a disgregare le sostante inquinanti, rilasciando un fango pesante che si deposita sul fondo della vasca.

Si capisce chiaramente che il dimensionamento della fossa dipende da diversi fattori, come le portate in ingresso, i tempi di ritenzioni nei vari comparti, il tipo di sedimentazione, la frequenza di pulizia etc.

Principalmente le fosse imhoff trovano ampio uso in insediamenti civili, vista la semplicità dell’ impianto, la facilità di posa e la ridotta manutenzione. Non ultima il fatto di non avere organi meccanici od elettrici, il che rende la manutenzione molto semplice. Con un periodico svuotamento dei fanghi tramite auto spurgo il sistema presente quindi una alternativa semplice ed economica rispetto ai più complessi impianti di depurazione biologici. Il rovescio della medaglia sta nella resa depurativa, molto più bassa nelle fosse imhoff e soprattutto molto più sensibile al carico inquinante in ingresso.

Costruttivamente le vasche imhoff sono tipicamente in cemento armato vibrato, o più raramente in polietilene PE o vetroresina PRFV. Queste ultime sono indicate nel caso vi siano problemi di posa, ma purtroppo sono più frequenti a cedimenti dovuti alle spinte o assestamenti del terreno circostante. Quelle in cemento armato non risentono delle spinte del terreno e sono quindi largamente usate anche nel caso di trattamenti con elevate portate in ingresso.

Per altri aspetti tecnici e dimensionali consultate http://www.acque-reflue.com/fosse-imhoff/