Lavoro Isolato e Dispositivi Uomo a Terra
Un dispositivo uomo a terra o dispositivo uomo morto è un’apparecchiatura in grado di segnalare, in modo automatico, una situazione di pericolo a dei referenti che possano attivare le procedure di soccorso. Questi dispositivi sono molto importanti in caso di lavoro solitario o isolato, in quei casi cioè, in cui il lavoratore opera da solo, senza la presenza di altri colleghi che possano accorgersi tempestivamente di eventuali suoi malesseri.
Per essere definito operatore isolato non è indispensabile, come pensano molti, essere “lontani” ma è sufficiente che il Lavoratore si trovi in una postazione di lavoro che lo nasconde alla vista dei colleghi anche se si trovano a pochi metri di distanza.
Il D.Lgs. 81/08, al suo art. 43 precisa, fra l’altro, che “[il Datore di Lavoro, ndr.]… programma gli interventi, prende i provvedimenti e dà istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave e immediato che non può essere evitato, possano cessare la loro attività, o mettersi al sicuro, abbandonando immediatamente il luogo di lavoro…“. Risulta quindi chiaro che la sicurezza di tutti i lavoratori, anche per quelli che operano in condizioni di isolamento, oltre ad essere un obbligo morale, è una precisa disposizione di legge.
Funzionamento di un Dispositivo Uomo a Terra
Essenzialmente, un dispositivo uomo a terra è costituito da sensori che rilevano uno o più parametri e, nel caso in cui venga rilevata un’anomalia, dopo un preallarme viene inviato l’allarme ai referenti per il soccorso, che possono essere contatti interni all’azienda oppure delle società di vigilanza.
L’offerta di dispositivi è molto variegata e permette di soddisfare le necessità delle diverse tipologie di lavoro. Di seguito le diversità principali tra i vari dispositivi:
- i parametri di rilevazione della condizione di “uomo a terra”: l’inclinazione, il movimento, l’urto, il panico, l’attivazione a strappo, la caduta libera o il check (un timer fa scattare un preallarme che deve poi essere disattivato dal lavoratore). Inoltre i dispositivi sono dotati di un pulsante di allarme attivabile direttamente dall’operatore, in caso di emergenza. Una protezione sullo stesso, fisica o funzionale, evita le attivazioni involontarie
- il mezzo di comunicazione dell’allarme: telefonia mobile (GSM, 3G), solo mobile dati, radio o radio con protocolli proprietari (ovvero non compatibili con sistemi di altre società)
- il sistema di localizzazione, indispensabile nelle aziende che per la loro grandezza o struttura richiederebbero tempi lunghi per individuare la posizione dell’infortunato e prestargli velocemente il soccorso. I sistemi di localizzazione integrati nei dispositivi uomo a terra si possono essenzialmente suddividere tra OUTDOOR (per ambienti esterni) e INDOOR (per edifici e strutture interne).
Segnalazioni di allarme e non solo
I dispositivi uomo a terra non si limitano ad inviare segnali di allarme, ma sono in grado di bloccare da remoto un macchinario, chiudere un’elettrovalvola, aprire una serratura o semplicemente attivare una sirena. Ultimamente sono disponibili anche attuatori remoti in grado di inoltrare un breve messaggio vocale a una serie di contatti predefiniti su allarme o in caso di segnalazioni di servizio come mancanza di alimentazione.
Impiego in Aree a Rischio di Esplosione EX
Le zone a rischio di esplosione, proprio per la loro pericolosità, richiedono ancora di più che il lavoratore isolato sia dotato di un dispositivo in grado di allertare i soccorsi automaticamente. Anche in questo caso esistono dispositivi certificati per operare nelle diverse “zone Atex”. La marcatura EX, riportata sul retro del dispositivo, permette di verificare velocemente la compatibilità del dispositivo con la zona d’uso in cui lo si intende utilizzare. In questo caso è indispensabile leggere attentamente le note indicate dal costruttore del dispositivo in quanto è l’operatore che si assume la responsabilità della verifica dell’operatività e della compatibilità del dispositivo con l’ambiente EX.
Localizzazione e Privacy del Lavoratore
L’utilizzo di questi dispositivi sconfina nella sfera di influenza della legge sulla privacy. Molte RSU riportano di lamentele da parte di lavoratori in questo senso.
Va ricordato che l’art. 114 (Controllo a distanza) del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 cita: “Resta fermo quanto disposto dall’articolo 4 della legge 20 maggio 1970, n. 300.” Art. 4 che prevede l’installazione di impianti audiovisivi e altri strumenti in grado di controllare a distanza l’attività dei lavoratori esclusivamente per esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale. L’installazione può avvenire solo in accordo con le rappresentanze sindacali o, in mancanza di esso, in accordo con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
Avvertendo la problematica, alcuni dispositivi inviano la posizione esclusivamente su allarme mantenendo all’interno del dispositivo un piccolo storico delle ultime posizioni a cui attingere in caso di mancanza di segnale “GPS”. Questo accorgimento però non copre da eventuali buchi di copertura telefonica o radio che un sistema basato su server che raccolgono con cadenza regolare le trasmissioni dei dispositivi e possono rilevare agilmente tali anomalie e localizzare velocemente la posizione dell’infortunato.
Come per tante cose, i dispositivi uomo a terra sono degli importanti strumenti che consentono di salvaguardare la vita dei lavoratori, ma pregiudizi causati dalla mancanza di informazione ed un cattivo uso possono rendere vana la loro funzionalità. Un ottimo compromesso è affidare la gestione dei dispositivi ad una società esterna che pertanto non ha alcun interesse ad utilizzare malevolmente le informazioni ma anzi è tenuta a mantenerle riservate.